Dal 5 ottobre 2019, il Museo Ugonia avrà il piacere di ospitare un nuovo allestimento artistico. A conferma del percorso che il museo ha seguito con successo in questi ultimi anni, “ROMAGNA MIA” arte a km.0, la mostra avrà come protagonista l’Artista romagnolo Federico Zanzi. Pur nato a Faenza, Federico Zanzi vive e lavora da tempo ad Alfonsine. All’età di dodici anni dipinge il primo quadro (Un mazzo di fiori) che regala ai suoi nonni, instaurando quel privilegiato rapporto con soggetti e ambienti famigliari che caratterizzerà la sua attività successiva.
Nel 2002 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna e inizia una attività espositiva partecipando a diverse mostre collettive e organizzando personali. Nel 2014 è tra i vincitori del Premio Marina di Ravenna, Concorso di pittura.
Così è lo stesso artista a descrivere il suo lavoro nel 2014: “L’introspezione psicologica e l’evocazione di atmosfere perdute si lega nella mia arte al mondo delle mie origini, a partire dalla casa dei nonni: mi ispirano le dimore degli anziani, gestite secondo una pulizia, un decoro e una dignità che oggi stanno scomparendo, mi affascina l’odore di naftalina negli armadi e il silenzio che promana da certi ambienti domestici pervasi di pace”.
Sempre nello stesso anno risulta affine il giudizio dato alla sua opera in occasione del conferimento del Premio Marina di Ravenna: “Nelle opere degli esordi di grande formato è già presente, come un annuncio profetico, una traccia della sua poetica che si rivelerà progressivamente nei ritratti e nei gruppi di famiglia. Presta una particolare attenzione alla tensione etica e spirituale e rintraccia in esse attestati di una vanitas che non porta i segni del tempo storico ma tende piuttosto a svelare la perenne fugacità delle cose mondane e di conseguenza lascia intravedere la condizione dell’essere nel mondo, dominata dallo stato di precarietà, alla quale non è dato sottrarsi pur sentendosene estranei. L’oscurità quasi teatrale che prevale sulla luce, concentrata esclusivamente sulle figure o su parti di esse, accentua uno stato di spaesamento e al tempo stesso di innegabile sacralità”.
Pittore figurativo che non esita a deformare i suoi soggetti secondo una linea esistenzialista moderna che va da E.Munch a L.Freud e a F.Bacon, Zanzi esteriorizza sentimenti, interiorità e memorie legati a personaggi comuni a lui vicini assurti a simbolo di un comune destino destinato a dissolversi ma anche, per merito dell’arte, a lasciare indelebili tracce.