Nell’esposizione promossa dal Comune di Brisighella e dal Parco della Vena del Gesso Romagnola, si incontrano la solida tradizione dei mestieri e il percorso artistico internazionale di Mattia Moreni in una esposizione al Chiostro dell’Osservanza di Brisighella, che comprende un omaggio a Mattia Moreni e una selezione degli oggetti del Museo del Lavoro Contadino già esposti alla Rocca di Brisighella.
L’esposizione riunisce una preziosa selezione degli attrezzi e strumenti di un mondo ormai scomparso ma che per secoli è stato protagonista a Brisighella e in tutte le borgate di campagna. Era il lavoro degli umili artigiani che nelle “botteguzze” contribuivano ad integrare il complesso degli attrezzi agricoli dei contadini o ad assicurare vari servizi alla comunità locale con un pagamento che spesso era reso in natura con i prodotti del lavoro contadino.
A fianco di questi oggetti sono esposte le opere di Mattia Moreni, un artista che negli anni Cinquanta, a partire dalla Parigi dove abitava, esponeva con proprie mostre personali in tutta Europa e che negli anni Sessanta decise di vivere sulle “dolci colline di Brisighella” (titolo di un suo quadro vincitore del VI Premio “Golfo della Spezia”) dove è stato sepolto.
A venti anni dalla sua morte il Comune di Brisighella e il Parco della Vena del Gesso Romagnola hanno promosso una mostra delle sue opere collegandole proprio agli strumenti del lavoro umano di un tempo, individuati come uno degli aspetti più significativi del territorio. In esposizione oggetti dalle antiche cucine rustiche, dal ciclo del vino nelle cantine e dai mestieri, come il banchetto del calzolaio, la fucina del fabbro e il bancone del falegname. Sono le testimonianze, già esposte dal 1976 al 2002 nel museo del Lavoro contadino nella Rocca di Brisighella, di una realtà ormai definitivamente scomparsa che in questa nuova dimensione a fianco delle opere di Mattia Moreni rafforzano il senso della tradizione.
Anche il percorso artistico di Mattia Moreni, ben documentato da una selezione operata dalle figlie Pupy e Maria Francesca, mostra in pieno il suo vigore nel connubio con gli strumenti del lavoro quotidiano creati dalla cultura popolare. L’ampio spazio dato alle opere del suo ultimo periodo creativo, quello della denuncia del conflitto tra umanità e società tecnologica, documenta le capacità di Mattia Moreni nel lasciarci “alcuni dei testi più intimamente rivoluzionari di una figurazione visionaria” (Vittorio Sgarbi, aprile 2019). Ed è proprio nel confronto con la tradizione che trova forti radici la vicenda artistica di Mattia Moreni “sostanzialmente tutta antagonisticamente vissuta, attraverso la sua liberissima, e a volte persino irridente, creatività, di forte intenzionalità critica”. (Enrico Crispolti, Catalogo ragionato delle opere di Mattia Moreni, Silvana editoriale, 2016, pag. 9)
Orari di apertura: Sabato e Domenica dalle ore 16 alle ore 21. Venerdì dalle ore 18.30 alle ore 21.
Esposizione aperta fino al 15 settembre.